Pornolescenza è un movimento che si dirama all’interno di scuole, famiglie, chiese e associazioni culturali. Il suo obiettivo è quello di aiutare genitori ed educatori a proteggere i bambini e adolescenti dai pericoli di Internet come pornografia, sexting e cyberbullismo.
Crediamo non si possa più rimanere indifferenti a tutto quello che sta accadendo intorno a noi. La pornografia ha invaso la nostra società e soprattutto internet. La pornografia sta inquinando il cervello, le relazioni e le amicizie. Deruba i ragazzi del loro potenziale, dell’importanza e della capacità di raggiungere dei veri obiettivi; distorce e snatura il sesso; svigorisce il carattere e annienta la vera bellezza.
Nel 2012 Roberto Poli, responsabile del servizio psichiatrico diagnosi e cura dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Cremona, ha analizzato 2533 studenti delle scuole secondarie. Il 5% era dipendente da pornografia e lo 0,79 % lo era in modo grave.
Un interessantissimo studio inglese per comprendere l’impatto della pornografia online sui ragazzi, attraverso un sondaggio che ha coinvolto circa 1000 preadolescenti e adolescenti, di età compresa tra gli 11 e i 16 anni. L’accurato report “I wasn’t sure it was normal to watch it”, realizzato dall’Office of the Children’s Commissioner for England, della National Society for the Prevention of Cruelty to Children (NSPCC ) e della Middlesex University (Martellozzo et al., 2016) ha messo in luce come il 53% del campione era stato esposto a contenuti pornografici sulla rete, il 28% a soli 11 anni e nel 60% dei casi la prima volta era avvenuta all’interno delle mura di casa. Inoltre, il 28% afferma di aver cliccato, all’inizio, su questi siti casualmente, mentre il 19% dichiara di averli cercati in modo consapevole.
In Italia, 2 ragazzi su 3 sono state vittime di cyberbullismo.
In Italia 1 ragazzo su 4 ha fatto sexting almeno una volta.
Per quanto angoscianti siano tali tendenze, esse rivelano che i tuoi figli non solo i soli. Non ti stai addentrando in acque inesplorate. Milioni di genitori ed educatori hanno già fatto fronte a questa situazione. Milioni ne avranno a che fare in futuro. E milioni si sono chiesti come intervenire. Ora, la domanda è: lo faranno nel migliore dei modi?