Un utente del social network cinese Weibo sostiene di aver usato un software di riconoscimento facciale per collegare foto di donne pubblicate sui social media con i volti estrapolati da video presenti su siti per adulti, come Pornhub.
In un post pubblicato lunedì su Weibo, questo utente, che dice di trovarsi in Germania, ha scritto di essere riuscito “a identificare con successo oltre 100.000 giovani donne,” nell’industria del porno “su scala globale.”
Per essere chiari, l’utente non ha allegato alcuna prova di aver compiuto davvero questa impresa, né pubblicato codice, database o qualsiasi altro fattore oltre a una pagina GitLab vuota che permetta di verificare le sue parole. Motherboard lo ha contattato via chat su Weibo e lui ha risposto dicendo che pubblicherà “uno schema di database” e “dettagli tecnici” la prossima settimana, senza altri commenti.
Ugualmente, il suo post è diventato virale sia in Cina su Weibo che negli Stati Uniti su Twitter dopo che un candidato al dottorato in scienze politiche di Stanford ha twittato i riferimenti tradotti, che Motherboard ha poi controllato in modo indipendente. La cosa ha spinto attivisti e accademici a discutere le implicazioni potenziali di questa tecnologia.
L’esistenza stessa di questo tipo di programma è tanto possibile quanto terrificante e ha dato inizio a un dibattito su se uno strumento del genere possa corrispondere a un uso responsabile — legalmente ed eticamente — dell’intelligenza artificiale.
Un grande pericolo (se confermato) specialmente per gli adolescenti che “giocano” con il sexting continuamente. In Italia il 40% degli adolescenti invia foto “hot”, “intime” ad amici e conoscenti che spesso finiscono sui sito pornografici.
Fonte: VICE