Valentina Nappi è una pornostar, tra le più ricercate in Italia secondo le statistiche 2018 di PornHub.
Valentina è stata invitata a parlare nel Teatro più grande d’Italia durante l’evento TEDx a Bari.
I TEDx (Technology Entertainment Design) sono conferenze organizzate in modo autonomo ma che riflettono la filosofia e linee guida di TED.
La Repubblica riporta uno spezzone del video dove la pornostar rivolge una domanda al pubblico applaudente:
“Perché un bambino non dovrebbe vedere un amplesso (rapporto sessuale) proiettato su uno schermo gigante a Piccadilly Circus o a Piazza del Popolo a Roma?”
Valentina crede che uno sconfinamento del porno nello spazio comune possa mettere un dito nella piaga dell’irrazionalità delle persone. La Nappi crede che il problema non è che il porno sia troppo diffuso (33.5 miliardi di visite nel 2018 solo su PornHub) ma che non abbia raggiunto tutte le sfere della nostra società. Valentina, in veste di grande speaker, si preoccupa che i bambini non abbiano un accesso “facile”, lei preferirebbe mettere uno schermo gigante a piazza del popolo a Roma.
Nel suo discorso, la pornostar, parla anche dei nemici del porno. Tutti coloro che stanno bloccando il processo a causa delle loro convinzioni morali, etiche e religiose.
E allora dov’è la libertà? Si chiede. Poco dopo aver parlato di una società che deve essere razionale, atea e illuminista.
Cara Valentina, spero che leggerai questo articolo, voglio spiegarti perché mi definisco un “cyber abolizionista” e un grande nemico del porno.
Sono stato pornodipendente per 10 anni e posso confermare e affermare che la pornografia genera dipendenza (forse meglio chiamarla schiavitù), modifica il cervello, distrugge relazioni e carbura il traffico sessuale.
Questo articolo non mi permette di approfondire tutti questi punti, ma se mi scrivi sarò felici di inviarti gratuitamente una copia dei miei due libri “pornotossina” e “pornolescenza”.
Vorrei solo soffermarmi su quello che la pornografia produce nel cervello dei più piccoli, citando alcune parole del libro PORNOLESCENZA… Sì, i bambini a cui tu vorresti far vedere porno in pubblico.
“Se gli adulti riscontrano seri problemi nell’affrontare la nuova fruibilità di massa di questo tipo di immagini, sarebbe altrettanto ragionevole dedurre che i bambini, sottoposti alla visione delle medesime immagini, e nelle medesime modalità, si imbattano in problemi maggiori” (John Carr, Children’s Charities’ Coalition on Internet Safety).
C’è da meravigliarsi se di un bambino o un adolescente, direttamente esposto alla pornografia, siano stati documentati i seguenti effetti?
– Precoce attività sessuale;
– Reazioni emotive negative e traumatiche alla vista del porno;
– Convinzione che il migliore appagamento sessuale sia raggiungibile senza un legame affettivo verso il partner;
– Convinzione che sposarsi o avere una famiglia offra delle prospettive poco allettanti;
– Alto rischio di sviluppare compulsioni sessuali e comportamenti di dipendenza [1]
Le ragazze sono circondate da immagini spinte che raffigurano donne che plasmano le loro aspettative e i loro ideali – immagini che dicono loro che dovrebbero apparire sexy e sessualmente disponibili. Le copertine, la pubblicità, i programmi televisivi, i video musicali, la moda, e persino giocattoli per bambini, comunicano tacitamente questo tipo di messaggi. Attraverso i mass media, le donne sono celebrate per il loro sex appeal ed è posta pochissima enfasi su doti di altro tipo. Da queste nocive influenze si innescano una serie di comportamenti anomali: disturbi alimentari, insoddisfazione del proprio corpo, depressione e condivisione di foto sessualmente esplicite di se stesse con i coetanei.
Dall’altra parte, anche i ragazzi sono soggetti agli stessi input che, senza mezzi termini, insegnano loro cosa un “vero uomo” dovrebbe cercare in una “vera donna”. Sono spinti a credere che gli uomini siano sessualmente dominanti e iper-virili e che il corpo femminile sia un oggetto. Come conseguenza, i ragazzi ricorrono alla pornografia per placare il desiderio di un modello sessuale creato dall’industria del porno, reputando normale l’aggressività sessuale.
Una società “pornificata” sta producendo bambini pornificati. Esempi che vengono dalla strada, dagli amici, dai genitori, dai media ecc.
Valentina, il problema del porno è la sua troppa propagazione. Speriamo che iniziative come quella Inglese siano attuate in tutti gli stati europei. La “House of Lords” UK ha infatti approvato una legislatura che introdurrebbe vari sistemi di “Age Verification” (riconoscimento dell’età), in modo da prevenire ai minori il facile accesso alla pornografia.
I bambini non hanno bisogno di un schermo in piazza per capire la sessualità (specialmente quando il 70% della pornografia è violenta ed estrema). I bambini hanno bisogno della vera sessualità (nel tempo opportuno) impregnata di amore, dignità e affetto… tutto ciò che è assente nel porno. Il vero problema della pornografia non è il “troppo sesso” come alcuni credono, ma la totale assenza di esso.
A presto
Antonio Morra
#CyberAbolitionist
Note:
[1] Jill Manning, Hearing on pornography’s impact on marriage & the family, U.S. Senate Hearing: Subcommittee on the Constitution, Civil Rights and Property Rights, Committee on Judiciary, 10 novembre 2005. https://www.judiciary.senate.gov/imo/media/doc/manning_testimony_11_10_05.pdf (accesso effettuato il 27 novembre 2017).