Chem sex e rapporti non protetti, consumati in luoghi pubblici o con più persone in una stessa sera. Magari contemporaneamente. Non si tratta della prima pagina di un giornale scandalistico, ma dei risultati una indagine online di Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza condotta esaminando un campione 3.100 studenti tra i 14 e i 19 anni: è da osservare che circa 2 su 3, a questa età, non ha ancora avuto rapporti intimi completi. Il restante 33% però, ci ha aiutato a capire tante cose, rispondendo a domande talvolta scomode, comunque utili a fare un quadro completo del fenomeno.
Chem Sex: una realtà tra i più giovani
Non può che generare allarmismo quel 7% dei sessualmente attivi che confessa di assumere farmaci (1%) o, peggio ancora, droghe (3%) o entrambe le cose (3%) prima della performance. Urge una riflessione, specialmente se poi s’indaga sui motivi di tali scelte. È qui che emerge tutta l’insicurezza delle nuove generazioni. Perché tra chi usa sostanze stupefacenti, il 43% pensa che queste esaltino il piacere e il 15% che aiutino a combattere l’eiaculazione precoce. Il 16%, invece, sceglie di assumere le droghe per sentirsi più disinibito, mentre il 9% si sentirebbe meno pronto senza stupefacenti. Significa che il chem sex (questo il termine che racchiude tutti questi casi) è una realtà anche per i più giovani. Alimentando persino leggende metropolitane, come quella che con le droghe si riesca a ‘durare’ più a lungo (lo pensa il 13%). Chi fa uso di droghe confessa che si tratta soprattutto di cannabis (30%), mefedrone (22%), metamfetamina (13%) e cocaina (9%), ma non mancano i mix di più sostanze (15%).
Sesso “usa e getta”, ma scarsa protezione
Non è tutto. L’8% di chi ha avuto rapporti completi, racconta di aver fatto sesso (anche solo orale) almeno una volta a scuola, il 13% in un parco, l’8% nei bagni di un locale pubblico. Non mancano poi altre situazioni particolari: il 18%, racconta di aver fatto sesso almeno una volta con più persone durante la stessa serata; il 17% addirittura con più partner contemporaneamente.
Ma se ai ragazzi piace il brivido, almeno, prendono precauzioni? Insomma. Molti adolescenti giocano d’attacco, non curanti delle malattie e delle ‘soprese’ inaspettate. Il 17% dei sessualmente attivi, infatti, ammette di non usare mai il preservativo. E un altro 32% dichiara di poterne fare tranquillamente a meno. Solo circa la metà dei ragazzi, invece, dice di aver il profilattico sempre appresso; altrimenti non se ne fa niente.
Revenge porn, ragazze nel mirino
E poi c’è il grande capitolo tecnologia. Per i ragazzi una risorsa ma anche una fonte d’insidie, da cui naturalmente non sfugge neanche il rapporto tra i giovani e la sessualità. Il 17% degli intervistati maschi considera una cosa normale filmarsi mentre fa sesso e molti di loro (44%) ha poi fatto girare quel video tra gli amici, quasi fosse un trofeo. E qui iniziano i problemi, soprattutto se quella registrazione viene ‘rubata’ e gestita nella maniera sbagliata. Le ragazze, in questo caso, sono i soggetti più esposti: il 7% (campione femminile) racconta di essere stata filmata mentre faceva sesso, e tra queste il 70% è stato vittima di ricatto proprio a causa di quelle immagini piccanti.
Tutto questo ha un nome: si chiama revenge porn, la degenerazione del sexting, altro tipico fenomeno che ha per protagonisti gli adolescenti. Si usano i social network e le chat per mettere un po’ di pepe al rapporto – scambiandosi foto e video intimi – ma quando tutto finisce si usano gli stessi materiali per vendicarsi. È il segnale che qualcosa è andato storto nell’educazione sessuale, ammesso che ci sia stata.
Fonte: Skuola.net